L’acqua è una risorsa fondamentale e insostituibile in vari settori e ambiti produttivi. Ma l’acqua è una risorsa minerale a cui è legata la sopravvivenza stessa del pianeta e degli esseri umani, per questo è così importante farne un uso rigoroso, mettendo in atto tutte le soluzioni e le pratiche per risparmiarla, riutilizzarla, non inquinarla. Un ruolo centrale in questo è svolto dalle imprese che utilizzano l’acqua nel ciclo produttivo. Come molti settori, anche l’edilizia ha bisogno di grandi quantità di acqua per le funzioni di cantiere e per le lavorazioni: in che modo il sistema idrico-sanitario dei cantieri impatta sull’ambiente?
Dal calcestruzzo alle pitture. Come consuma l’acqua un cantiere
Il settore edilizio è uno dei più idroesigenti e consuma notevoli quantità di acqua. Tra i principali utilizzi dell’acqua in ambito edile:
- Preparazione del calcestruzzo, il materiale base per la costruzione degli edifici.
- Prove di carico statiche: vari elementi strutturali vengono sottoposti a prove di resistenza utilizzando l’acqua.
- Applicazione delle malte degli intonaci interni.
- In fase di pittura esterna e interna.
Le destinazioni dell’impianto idrico di cantiere sono dedicate anche agli operatori, non solo alle lavorazioni, ed è per questo motivo che devono rispettare gli standard di potabilità e garantire un’adeguata fornitura per il consumo giornaliero pro capite.
Quanta acqua si utilizza in un cantiere edile
La pubblicazione INAIL “La Progettazione della Sicurezza nel Cantiere”, indica quanta acqua è utilizzata nelle varie lavorazioni, così da potere adeguare la quantità disponibile nei serbatoi di accumulo. Tra i valori si evidenziano:
- 150 litri di acqua al metro cubo per gli impasti di calcestruzzo
- 100 – 120 litri di acqua l’ora per metro cubo d’aria resa al minuto, per i compressori
- 1000 litri di acqua al metro cubo di ghiaia.
Si tratta di numeri importanti, che motivano l’inserimento dell’acqua nei documenti e nelle valutazioni dell’impatto ambientale dei cantieri edilizi, sia in termini di consumo da ridurre, sfruttando dove possibile il riutilizzo, che di smaltimento della produzione di reflui.
Le acque reflue in cantiere
Un intervento edile importante deve anche considerare la gestione e lo scarico delle acque reflue. Sono le acque utilizzate nei cicli di lavorazione, le acque di lavaggio dei mezzi, le acque per il betonaggio, le acque usate in officina o nei laboratori prove. Un cantiere può produrre acque classificabili come meteoriche e di lavorazione, industriali o di “rifiuto”.
Le acque reflue dei cantieri e delle aree di lavorazione sottostanno dunque alla normativa per lo scarico nella fognatura, quando è possibile l’allaccio.
Lo scarico deve essere autorizzato, definito e gestito secondo il Testo Unico Ambientale, il D.lgs. 152/06, e secondo le norme delle varie Regioni. A seconda delle situazioni e dei casi, può essere necessario un impianto di disoleazione prima del conferimento, oppure anche l’accumulo in serbatoi per il successivo trasporto con autobotti.
L’acqua è dunque un elemento essenziale del ciclo di lavorazione edile, un utilizzo consapevole e accorto è strategico nella gestione di cantiere.