Migliorare la qualità dell’acqua, realizzare nuove reti per la distribuzione, completare le reti fognarie e costruire nuovi impianti di depurazione: questi alcuni degli obiettivi del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza per la risorsa idrica. A tre anni dalla sua approvazione qual è la situazione?
Che cosa prevede il PNRR per le risorse idriche
Il PNRR per la risorsa idrica parte da un assioma universale: l’acqua è fondamentale per la vita e il benessere. Ha un ruolo cruciale nell’economia, nella sanità e nella tenuta e nello sviluppo del tessuto sociale. E per tali ragioni l’Italia ha previsto di destinare parte dei fondi PNRR alla valorizzazione e alla gestione dell’acqua, anche a fronte di situazioni di emergenza e problemi di infrastrutture in diverse parti del Paese.
Vediamo nello specifico che cosa prevede il PNRR per le risorse idriche.
- Efficientare e potenziare le infrastrutture per la distribuzione dell’acqua, contrastare così le sempre più frequenti crisi idriche nel contesto di una crescente variabilità climatica.
- Realizzare 45.000 km di nuove reti per la distruzione potabile entro il 31 marzo 2026. Un intervento significativo che ha l’obiettivo di ridurre le perdite: un problema che oggi affligge molte aree italiane con perdite che superano talvolta il 40% del totale distribuito.
- Introdurre sistemi di controllo tecnologicamente avanzati per gestire in modo più efficace le risorse e prevenire eventuali inefficienze.
- Supportare il settore agricolo rendendo più costante la disponibilità di acqua per l’irrigazione. Sviluppare nuovi sistemi di irrigazione più performanti, adottare pratiche agricole più sostenibili e contrastare il prelievo illegale delle acque nelle aree rurali.
- Completare le reti fognarie e realizzare nuovi impianti di depurazione per recuperare le acque reflue e riutilizzarle nel settore agricolo e industriale. Adeguare gli impianti alle normative europee per evitare sanzioni.
Un piano che deve dare slancio alla sostenibilità del nostro Paese e stimolare l’economia attraverso la creazione di posti di lavoro diretti e indiretti legati ai lavori di costruzione e manutenzione delle infrastrutture idriche.
La situazione attuale
Riforme necessarie e impegnative, che chiedono un grande coordinamento tra politica, aziende, enti. Ma a che punto siamo? A maggio 2024 è stato pubblicato il decreto direttoriale per l’assegnazione di un miliardo di euro aggiuntivi da destinare alla riduzione delle perdite nella rete idrica. E ad oggi sono stati assegnati circa 1.900 milioni di euro a 103 progetti. Di questi progetti la maggior parte è nel Centro Nord (80 interventi) per un totale di 1,3 miliardi di euro; mentre al Sud sono stati destinati 541 milioni per lo sviluppo di 23 interventi.
Per il futuro, il Piano prevede di completare entro il 2026 interventi su 25 sistemi idrici complessi.
Verso il 2026
Ad oggi la strada da fare è molto lunga, gli interventi da portare a compimento da qui al 2026 sono tanti e articolati. E la posta in gioco è alta: il PNRR per le risorse idriche rappresenta un passo significativo verso la modernizzazione e la sostenibilità delle infrastrutture idriche italiane, un’opportunità per garantire a tutte le regioni del nostro Paese un approvvigionamento idrico costante e sicuro.