Nell’industria alimentare uno dei settori che consuma più acqua è quello lattiero-caseario. Ne consegue una grande mole di reflui che, pur essendo ricchi soprattutto di contenuti organici, sono molto inquinanti e prima di essere smaltiti devono essere sottoposti a una serie di lavorazioni.
Quadro generale: consumi e normative
Gli ultimi dati dell’Unione Europa affermano come ogni anno vengano prodotte circa 155 milioni tonnellate di latte; solo la produzione di formaggi nel 2018, ha raggiunto i 10,1 milioni di tonnellate (di cui 1,3 milioni in Italia). Altro primato per questo settore: è il secondo più grande per mole di materie prime usate, con un’impronta idrica molto elevata. La conseguenza è una certa quantità di scarti, basti pensare che per ogni litro di latte prodotto si hanno 2,5 litri di acque reflue.
Le acque reflue contengono residui organici e detergenti, usati per il lavaggio delle macchine.
Proprio per questo motivo il D.lgs. n.152/06 associa questi reflui con quelli provenienti dal settore industriale. Esistono però 2 eccezioni: i reflui che arrivano da imprese agricole e da allevamenti sono assimilati, invece, a quelli domestici.
Trattamenti di recupero e di depurazione
Senza prendere in considerazione le due eccezioni sopra, come avviene il recupero dei reflui provenienti dal settore lattiero-caseario? Come abbiamo anticipato sono associati a quelli industriali e, di conseguenza, anche la depurazione e il loro trattamento è molto simile. Ma, vista la loro composizione in gran parte organica, vengono favoriti processi per trattare e recuperare le sostanze nutritive, riutilizzate poi in agricoltura (come fertilizzanti) o in ambito zootecnico.
Quali sono queste sostanze nutritive? Sono sostanzialmente due:
- il latticello, liquido di scarto che si crea dopo aver separato la panna dal latte e aver ottenuto il burro;
- il siero, liquido torbido verde-giallastro, derivante della coagulazione del latte e dalla separazione della cagliata.
Quest’ultimo può subire due tipi di trattamenti:
- trattamento biologico che serve per recuperare il lattosio e convertire gli agenti inquinanti in fonti di energia;
- trattamento chimico-fisico che recupera le proteine grazie ad agenti coagulanti come il sodio e i sali di ferro.
I reflui caseari: una risorsa
I trattamenti di recupero e di depurazione offrono la possibilità di ridurre gli sprechi e di indirizzarci verso un cambiamento sostenibile. Una soluzione alternativa valida che permette di produrre energia rinnovabile, reimmettere sul mercato scarti di vario tipo (creando, quindi, un’economia circolare) e garantire un notevole risparmio per quanto riguarda i costi di smaltimento. Vantaggi, questi, sia economici che ambientali.