Quello della depurazione delle acque sarà uno dei temi “caldi” nel prossimo futuro. La scarsità di acqua dolce, l’inquinamento crescente, i consumi e la siccità fanno ben comprendere come restituire acqua pulita all’ambiente sia un’operazione preziosa e fondamentale, sia in un’ottica ecologica che di business.
Concentriamoci sulle acque reflue. Vengono così definite quelle la cui qualità è stata pregiudicata dopo l’utilizzo in attività domestiche, industriali o agricole. Acque che non possono essere riutilizzate ma, se sottoposte a un processo di depurazione, possono essere reintrodotte nell’ambiente. Per comprendere bene il tema è importante conoscere tutte le varie fasi che permettono di “bonificare” questo tipo di acqua, con particolare attenzione al processo che viene denominato “sedimentazione”.
Cos’è la fase di chiarificazione
Dopo il convogliamento dell’acqua di scarto agli impianti, il sollevamento e le fasi di grigliatura, dissabbiatura e disoleatura (scopri come è fatto un impianto di depurazione), inizia la fase della chiarificazione delle acque. Come prima cosa avviene la già citata sedimentazione: in un’apposita vasca vengono separati, per gravità, i solidi sedimentabili.
L’acqua poi viene trattata con ossidazione biologica e infine sottoposta al processo di disinfezione per eliminare ogni tipo di residuo nocivo. Ora l’acqua può essere reimmessa nell’ambiente.
Sedimentazione. Tradizionale o a pacchi lamellari?
Come mostrato, il processo di depurazione comprende una serie di passaggi, tra i quali quello di sedimentazione riveste una parte cruciale. Questa lavorazione viene eseguita grazie all’uso dei sedimentatori, appositi macchinari che permettono di ridurre di molto il carico inquinante.
Questa stessa fase rappresenta quindi uno dei punti critici per gli impianti di depurazione.
I sedimentatori tradizionali sono costituiti da una vasca in cui i fanghi precipitano sul fondo per poi essere estratti. Sono strutture di grandi dimensioni in rapporto alla quantità d’acqua che riescono a chiarificare.
Come semplificare questa fase cruciale? La sedimentazione con pacchi lamellari costituisce la soluzione in questo senso. Consente di disporre di sedimentatori più compatti, modulari in cui i pacchi lamellari aumentano – a parità di dimensioni della vasca – la superficie di sedimentazione accelerando il processo.
I plus della tecnologia a pacchi lamellari:
- Riduzione dello spazio impegnato dalle vasche di sedimentazione: fino al 90% di ingombro in meno.
- Alta resa: i pacchi lamellari sono strutture che accelerano la precipitazione dei solidi sedimentabili, funzionano staticamente e migliorano notevolmente i rendimenti.
- Facile installazione, ridotta manutenzione, abbattimento dei costi: sono leggeri e maneggevoli.
- Personalizzazione: i pacchi lamellari sono blocchi modulari, componibili e autoportanti di condotti, si adattano a situazioni diverse per esigenze e spazi.
- Robustezza e durabilità: sono costruiti in PVC e garantiscono un’elevata resistenza meccanica, resistono alle sostanze chimiche e all’aggressione biologica.
Adottare un tipo di sedimentazione con pacchi lamellari permette di fare un importante upgrade a livello tecnologico, economico e quantitativo nel settore delle depurazioni delle acque reflue. Rappresenta un’occasione per sistematizzare l’intero processo e per rendere ancora più performante tutto il ciclo di depurazione.